In questo articolo ti spiegherò come funziona la comunicazione umana e in che modo si articola, studiando le tecniche di comunicazione verbale, non verbale e paraverbale che possono aiutarti ad affrontare un colloquio di lavoro di successo.
Lo sapevi che la componente verbale riguarda solo il 7% di tutta la comunicazione?
Avere successo ad un colloquio di lavoro non dipende solo da quello che dici ma anche da quello che non dici: comunicazione verbale e non verbale giocano entrambe un ruolo fondamentale per i selezionatori aziendali.
I tre livelli della comunicazione umana
Esistono tre livelli di comunicazione umana:
- Verbale
- Paraverbale
- Non verbale
La comunicazione verbale
Rappresenta la parte più visibile della nostra comunicazione. Si tratta del nostro linguaggio e dell’insieme di regole che ci permettono di trasmettere messaggi attraverso le parole.
Affinché la comunicazione verbale sia efficace è necessario che gli interlocutori condividano il codice linguistico, non necessariamente lo spazio in cui si trovano.
Difatti, l’uso della comunicazione verbale durante un colloquio di lavoro può avvenire in presenza ma anche a distanza, per esempio nel caso del colloquio telefonico o di video call.
La comunicazione paraverbale
Quest’ultima si concentra sulla maniera in cui moduliamo la voce per comunicare, entrano infatti in gioco: il tono della voce, il timbro, il ritmo e il volume. Tutti questi fattori sono decisivi durante un colloquio di lavoro pertanto li analizzeremo singolarmente.
Attraverso il tono della voce i selezionatori possono percepire il tuo stato d’animo perché questo può emanare imbarazzo, ironia, tristezza…influenzando il messaggio verbale che stai trasmettendo.
Il timbro, anch’esso influenza la comunicazione verbale. Si tratta del carattere distintivo del suono emesso dalla voce di ciascuna persona.
Il ritmo, la velocità con cui parli è un altro modo che il selezionatore ha per analizzare il tuo stato d’animo in quel momento. Di solito un ritmo lento infonde tranquillità, un ritmo molto veloce invece è sintomo di insicurezza e a volte può generare tensione.
Il volume, modulare la voce influenzerà ciò che dirai. Ad esempio, un ritmo lento e con frasi intervallate da brevi pause, conferiscono solennità a ciò che si dice.
La Comunicazione non verbale
Rappresenta la trasmissione di informazione tramite segnali non verbali di diverso tipo, come per esempio: le espressioni facciali, i gesti, gli sguardi l’intonazione della voce…
Durante un colloquio di lavoro la comunicazione non verbale svolge una funzione determinante, in quanto la postura e il linguaggio del corpo sono elementi in grado di individuare la nostra personalità, il nostro umore e il nostro stato d’animo a volte molto più delle parole.
Trattandosi di un livello di comunicazione in cui agiamo quasi del tutto inconsapevolmente, il non verbale permette quindi ai selezionatori di farsi un’idea più completa e veritiera di chi siamo e di come siamo.
Dopo aver esaminato i tre livelli della comunicazione umana, vediamo in che modo possiamo sfruttare queste conoscenze per evitare errori e migliorare la nostra attività comunicativa.
- Una stretta di mano decisa è un ottimo punto di partenza, per poi sederti davanti ai selezionatori in una posizione eretta ma lievemente rilassata, mantenendo sempre lo sguardo rivolto al tuo interlocutore.
- Cura la tua voce, correggi il volume troppo alto o troppo basso, il ritmo eccessivamente veloce e il cattivo uso delle pause. Utilizza le pause solo per dare maggiore solennità a ciò che stai dicendo.
- Scrivi il tuo discorso, è il modo migliore per memorizzare e imparare a sfruttare meglio la voce.
- Ripeti ad alta voce: per costruire un discorso brillante, ripetilo più volte ad alta voce davanti allo specchio osserva la tua gestualità e le espressioni facciali.
- Prestare molta attenzione ai gesti e ai movimenti del tuo corpo può determinare il successo del tuo colloquio. Studiando bene gesti e postura, puoi infatti trasmettere un’immagine sicura e positiva di te raggiungendo i tuoi obiettivi professionali.
Ricorda: l’atteggiamento migliore in assoluto è quello più naturale possibile.